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Libere, il nostro no ai matrimoni forzati

Il libro

«Vedere la fine di Saman mi ha fatto stare male, ho pensato che avrei potuto essere al suo posto. Ecco perché ho accettato di raccontare quello che è successo a me.
Lo faccio per le altre. Perché devono sapere che c’è un’alternativa»

Fatima, Yasmine, Zoya, Khadija e X sono cinque ragazze che hanno deciso di ribellarsi alle nozze forzate. Per essere libere hanno rinunciato a tutto: sono fuggite lontano da casa, hanno rotto ogni rapporto con la famiglia, sono state costrette a cambiare identità. Qui si raccontano in esclusiva, nonostante i rischi: il rifiuto non è mai stato accettato e sono ancora oggi in pericolo. Se hanno deciso di esporsi è «per tutte le altre», obbligate a subire violenze. Un libro corale e un’inchiesta su un fenomeno che riguarda centinaia di invisibili.

In Italia, di matrimoni forzati si parla se una ragazza viene uccisa: Saman Abbas è solo l’ultimo caso strumentalizzato da politica e talk show. Questo racconto dà voce a chi si batte per cambiare le cose: il regista Wajahat Abbas Kazmi, la consigliera comunale Marwa Mahmoud, l’insegnante di italiano Tashina Us Jahan; Tiziana Dal Pra, fondatrice della onlus Trama di Terre e la prima a rompere il silenzio; Alessandra Davide, educatrice e operatrice antiviolenza. Della forza dei No – da Franca Viola in poi – parla Angela Maria  Bottari, che da deputata si batté contro il matrimonio riparatore. La postfazione di Cinzia Monteverdi ricorda l’impegno della Fondazione il Fatto Quotidiano per le donne sopravvissute alle violenze.

Sarà possibile acquistare il libro in occasione dell’evento di presentazione a Reggio Emilia, che si terrà sabato 10 dicembre alle ore 17:00 presso il Laboratorio Aperto, Chiostri di San Pietro, via Emilia S. Pietro 44/C.

I proventi dei diritti d’autore andranno alla onlus Trama di Terre.

L’iniziativa del 10 dicembre ore 17 al Laboratorio Aperto

Il 10 dicembre ricorre la Giornata Mondiale dei Diritti Umani, una data quindi simbolica, scelta per la sua importanza per portare all’attenzione dalla città di Reggio Emilia i temi trattati nel libro a cura di Marina Castiglioni.

La Comunità Internazionale celebra questa giornata sin dal 1950, quando la risoluzione 423 (V) stabilì la data del 10 dicembre, data in cui l’Assemblea Generale ONU adottò la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (UDHR) nel 1948. La Dichiarazione, disponibile in oltre 500 lingue, è un documento epocale, che dichiara i diritti inalienabili che tutti possiedono in quanto esseri umani, senza distinzioni di razza, colore, religione, sesso, lingua, origine, nascita o opinioni di alcun genere. 

Il Laboratorio aperto, nei soggetti che ne esprimono la gestione e la progettualità a partire dal 2019 (Consorzio Quarantacinque e Consorzio Oscar Romero) hanno deciso di sostenere ed organizzare questa iniziativa, ritenendola coerente con il ruolo del Laboratorio aperto sul territorio di Reggio Emilia: fungere da “comunità di apprendimento”, aperta e inclusiva, per favorire la partecipazione dei cittadini, rafforzare le competenze dei singoli ed i legami di coesione con il territorio, promuovere i principi e i valori dell’innovazione sociale.

Intervengono:

Marwa Mahmoud, consigliera comunale e attivista

Wajahat Abbas Kazmi, regista e scrittore

Tiziana Dal Pra, fondatrice Trama di Terre

Modera:

Margherita Grassi, giornalista

L’evento è libero e gratuito, ma i posti a sedere sono limitati per cui consigliamo di arrivare con qualche minuto di anticipo presso il Laboratorio aperto, Chiostri di San Pietro, Via Emilia San Pietro 44/C.